FM19 | La mia carriera - Max Keposso, disoccupato

Nel post introduttivo (lo trovate qui), ho mostrato l'impostazione di partenza per la mia carriera in Football Manager 2019 ed elencato le (poche) linee guida su cui baserò le mie scelte future. In questo secondo post, invece, entro materialmente in gioco, ma non senza avervi prima presentato il mio alter ego Max Keposso. Buona lettura.



Max Keposso

Il mio nome è Maxime Keposso e sono nato il 14 maggio 1981 in Africa (in quale nazione/città non ha importanza), unico figlio di Mejo e Pyou Keposso, rispettivamente mio padre e mia madre. Non avevo ancora compiuto un anno quando la mia famiglia si trasferisce in Italia, in seguito ad una promozione ottenuta da mio padre.

Il posto di lavoro è nella zona industriale di Augusta, ma noi andiamo a vivere a Catania. La vita scorre tranquilla, la città è ospitale e la nostra esoticità, unita alla curiosa combinazione dei suoni dei nostri nomi con il cognome (io divento Massimo Keposso, poi abbreviato in Max), facilità, più che ostacolare, il nostro inserimento. A Catania, caso vuole che si vada a vivere nei pressi del Cibali, lo stadio della città. Uno dei ricordi più indelebili della mia infanzia è proprio il boato dei tifosi che si udiva distintamente da casa ad ogni gol dei rossazzurri; forse è stato proprio per quel ruggito che ho cominciato ad appassionarmi al calcio.



Iniziai a sognare di diventare una stella del football, ma con il passare degli anni divenne sempre più evidente il fatto che non ero proprio portato per  fare il calciatore. Così, appesi gli scarponi (l'uso di questa parola non è casuale) al chiodo, mi dedicai sempre più intensamente all'aspetto tattico del gioco. Testi universitari e manuali di e sul calcio andavano a braccetto e la cosa continuò anche quando, dopo la laurea, mi trasferii a Torino per lavoro. Nel capoluogo piemontese, la simpatia che già provavo per la Juventus crebbe ulteriormente, tanto che il club divenne, insieme al Catania, l'altra mia squadra del cuore.

Mi rendo conto, però, che mi sto dilungando, perciò taglio corto e arrivo subito ai giorni nostri. A fine maggio, l'azienda per cui lavoravo ha chiuso i battenti e così, per la prima volta in vita mia, mi sono ritrovato senza qualcosa da fare. Vista la situazione e non avendo particolari problemi economici, ho cominciato ad accarezzare l'idea di realizzare quello che è sempre stato il mio sogno nel cassetto, cioè allenare una vera squadra di calcio (lo ammetto, la storia di Sarri mi ha influenzato un pochino) e così il 25 giugno decido di aprire questo nuovo capitolo della mia vita (cliccate sulle immagini per ingrandirle)

   
Da dove cominciare? La prima cosa che faccio è andare alla ricerca di offerte di lavoro nel settore e per mia fortuna mi imbatto in un database aggiornatissimo in cui trovo tutto ciò che mi serve. Filtro opportunamente le offerte in questione (solo allenatore e solo di club) e mando il mio curriculum a 47 società diverse, sparse un po' in tutto il globo.


Mi aspetto che passi un po' di tempo prima di avere qualche risposta e invece nell'arco di 24 ore si fanno sentire almeno una quarantina di squadre. A dire il vero, la stragrande maggioranza delle risposte è negativa, ma tra tanti rifiuti arrivano anche diverse proposte di colloquio. Di queste, ne scarto subito alcune perché arrivano da club che militano in campionati già in corso (Svezia, Indonesia, Cile, Irlanda, Malesia) e io voglio che la mia prima squadra sia mia in tutti i sensi, mentre accetto di discutere con sei società.

Questi club hanno status diversi (pro, semi-pro e dilettanti), ma adotto con tutti la stessa linea di condotta (nessuna richiesta, nessuna filosofia) e poi, una volta finita la tornata, inganno l'attesa cercando eventuali nuove disponibilità. I due/tre giorni successivi passano senza che accada nulla di rilevante, finché il 28 pomeriggio nella mia casella di posta arriva un'offerta di contratto. Non ci penso su due volte, accetto le condizioni offerte, prenoto un posto sul primo volo disponibile, preparo la valigia e mi precipito in aeroporto, pronto a spiccare il volo verso la mia prima panchina.

Ma quale sarà la mia destinazione? Quale club ha avuto il coraggio (o l'incoscienza) di assumere un manager senza nessun tipo di esperienza in campo calcistico? Chi siamo, dove andiamo, cosa c'è dietro l'angolo? Le risposte a (quasi) tutte queste domande nel prossimo post.



                      

Commenti

  1. BELLISSIMO. TI SEGUO . POTRESTI PREPARARE UN BEL FACEPACK DI ARBITRI PER LA ligue 1 ? Ti seguo. IVAN. UN ABBRACCIO

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    1. Ciao Ivan, innanzitutto ti ringrazio come sempre per la tua assidua presenza. Purtroppo, però, riguardo agli arbitri non posso accontentarti: sono già indietro con le cose che avevo pianificato e aggiungere altra carne al fuoco non è proprio possibile. A proposito di richieste, non so se ti sei accorto che qualche settimana fa ho pubblicato il pack con gli stadi aggiornato: non ci sono tutti gli stadi del mondo, ma una prima piccolissima apertura verso l'estero è stata fatta

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