Cogliendo di sorpresa un po' tutti, (media, bookmakers, tifosi, la nostra stessa dirigenza e soprattutto i nostri avversari), al termine del girone di andata il Prato occupa la seconda posizione in classifica, a soli tre punti dalla capolista Livorno. Durante il girone di ritorno dovremo confermare quanto di buono fatto finora, anche se non potremo più contare sull'effetto sorpresa e difficilmente, a differenza delle nostre rivali, potremo rinforzarci a gennaio a causa delle cattive finanze societarie.
In termini di risultati, la seconda metà del campionato comincia esattamente come la prima: portiamo a casa 4 punti sui 9 in palio (sinceramente mi aspettavo qualcosa di più) e alle tre partite in programma si aggiungono due incontri di Coppa Italia di Serie C al termine dei quali viene finalmente sancita la nostra eliminazione dal torneo (cliccate sulle immagini per ingrandirle)
Le prime grane scoppiano già durante un'amichevole organizzata durante la pausa invernale per portare un po' di soldi nelle casse della società. Infatti, si infortunano per diverse settimane un paio di giocatori e, purtroppo, questo è solo l'inizio; da fine dicembre e per diverse settimane, a seguito di infortuni e/o squalifiche varie, non riesco più a schierare né la difesa, né il centrocampo titolare... ed i risultati di gennaio rispecchiano in pieno la situazione
Preso atto con un certo fastidio che, nonostante la nostra posizione in classifica, nessun giocatore interessante vuole venire in prestito da noi, che stiamo già perdendo colpi rispetto al girone di andata e che con il Gavorrano proprio non riusciamo a fare punti, cerco di mettere una pezza alla situazione, pezza che si presenta sotto le spoglie dell'esperto centrocampista Mariano Arini
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Mariano Arini |
Arini non è certo all'altezza dei titolari, ma la sua duttilità, la sua esperienza e (soprattutto) l'ingaggio contenuto me lo fanno preferire ad altri giocatori con caratteristiche migliori. Nel frattempo, alla fine di gennaio rientrano da infortuni e squalifiche varie tutti i titolari e finalmente a febbraio posso schierare di nuovo la formazione migliore, cosa che si riflette subito sui risultati della squadra
Tre vittorie importanti contro squadre quotate come Siena, Carpi e Virtus Entella, quest'ultima rivale diretta nella lotta alla promozione, ci consentono di mantenere saldamente la nostra posizione in zona playoff e danno rinnovato morale alla squadra. Purtroppo, anche se ancora non lo sappiamo, per il Prato si tratta di una sorta di canto del cigno.
Infatti, poco prima della partita con il Viareggio, si rompe Tiecoro Keita, il centrocampista sinistro che ha un ruolo fondamentale nel nostro gioco e che, grazie alla sua qualità, è stato spesso decisivo nelle nostre vittorie. L'infortunio, molto serio, terrà fuori il ragazzo fino alla fine della stagione e le sue ripercussioni sui risultati della squadra non tardano ad arrivare, cominciando proprio dalla sconfitta contro un non trascendentale Viareggio, per poi proseguire con quanto accade nel mese di marzo
Il nostro ruolino di marcia, quasi impeccabile nel girone di andata, è decisamente peggiorato, ma fortunatamente le nostre dirette rivali non sembrano approfittarne adeguatamente. Infatti, anche se non siamo più in grado di agguantare il Livorno al primo posto, continuiamo ad orbitare in zona playoff ed è per questo che a fine marzo, quando mancano ormai pochissime partite alla fine del campionato, decido di azzardare due acquisti "preventivi", il centrocampista destro Claudio Zappa e la punta Giuseppe Panico
In realtà, so bene che avrei bisogno di un centrocampista sinistro che sostituisca Keita, ma non trovando giocatori all'altezza ad ingaggi sostenibili, opto per la soluzione interna (sperando in bene) e preferisco rinforzare quei reparti in cui eventuali ulteriori infortuni potrebbero compromettere definitivamente l'assetto della squadra.
Così, a fine marzo arrivano i già citati Claudio Zappa, giovane centrocampista destro di buone prospettive che farà da riserva a Fabio Meduri, e Giuseppe Panico, la quarta punta che mancava in rosa da inizio stagione, che, invece, dovrebbe soffiare il posto da titolare ad Andrea Gambardella.
Gli ingaggi pesano tanto sul bilancio del Prato, ma voglio ridurre i rischi nella corsa ai playoff. Tra l'altro, manovrando opportunamente i budget, riesco a non sforare il fondo ingaggi, aiutato anche dal fatto che, in fase di rinnovo di alcuni contratti in scadenza, sono riuscito ad abbassare le richieste e gli stipendi di diversi giocatori di seconda fascia.
Prese le dovute precauzioni, non ci resta che affrontare le ultime cinque partite di campionato, due delle quali sono assolutamente fondamentali per il nostro cammino, quelle contro Livorno e Perugia
Nello specifico, i due match vanno complessivamente bene, mentre a deludere sono i risultati contro Savona, Bellaria ed Ancona, questi ultimi in parte giustificati dal fatto che a Perugia ho perso per infortunio Fabio Meduri, l'alter ego di Keita sulla fascia destra.
Anche per lui stagione finita (starà fuori circa 4 mesi) e pronto impiego di Claudio Zappa che, per ovvi motivi, fa fatica ad inserirsi di punto in bianco nei meccanismi della squadra. A dire il vero anche Panico, da subito proposto come titolare, stenta un po' e non è all'altezza delle aspettative, tanto da spingermi a riproporre Gambardella nell'undici di partenza.
In ogni caso, pur non brillando, riusciamo a restare in zona playoff fino alla fine, come testimoniato dalla classifica finale
Anche se per un solo punto, ci giochiamo la possibilità di essere promossi in Serie B, punto che si rivela fondamentale per rientrare nel novero delle otto squadre che prenderanno parte ai quarti di finale ad eliminazione diretta
Il Grosseto, infatti, è stato escluso perché ha avuto il punteggio più basso tra le nove arrivate ai playoff, mentre noi dovremo affrontare il Gubbio ai quarti, Gubbio che sta attraversando un ottimo periodo di forma e che questa stagione in campionato ci ha sempre creato problemi. Noi, invece, siamo in piena fase involutiva e, anche se l'ambiente è su di giri per il risultato raggiunto, so già che sarà dura.
In ogni caso, comunque vadano le cose, essere arrivati ai playoff è già al di sopra delle aspettative della dirigenza che, poco prima della partita con il Gubbio, mi offre il rinnovo, prontamente accettato dal sottoscritto. Per la prima volta in carriera, mi troverò sulla stessa panchina per tre stagioni consecutive, segno che qualcosa di buono sto facendo.
Perciò, è con un pizzico di ottimismo, mitigato da forti dosi di consapevolezza, che affronto la partita con il Gubbio. Per l'occasione, decido di adottare un 4-5-1 (poco utilizzato in stagione) per cercare di infoltire il centrocampo e dare più copertura alla difesa, visto che i nostri avversari solitamente schierano un 4-2-3-1 che ha spesso creato problemi al mio abituale 4-4-2.
La partita non potrebbe cominciare meglio, visto che andiamo a segno su punizione dopo nemmeno 5 minuti dal calcio d'inizio ed io penso già che forse mi sono preoccupato troppo... sbagliandomi.
Subito dopo il gol, sono costretto a sostituire Gambardella con Panico per infortunio, mentre il Gubbio, dopo lo sbandamento iniziale, si sistema meglio in campo, tanto da riuscire a ribaltare il risultato già alla fine del primo tempo. La ripresa sarà tutta in salita, anche perché, in funzione del modulo, ho portato un solo attaccante in panchina e non posso cambiare sistema di gioco.
La situazione si aggrava ancora di più quando, subito dopo l'inizio del secondo tempo, si infortuna anche Panico e resto senza attaccanti di ruolo disponibili. Affronto il resto della partita cercando di limitare i danni nella speranza che accada un miracolo, ma così non è ed il nostro sogno promozione si spegne sul nascere
Non nascondo che provo una certa delusione, considerando anche la piega che ha preso la stagione da un certo punto in poi, ma è innegabile che, se a inizio campionato mi avessero chiesto di firmare per il terzo posto, l'avrei fatto ad occhi chiusi.
L'amarezza per l'eliminazione, però, viene subito dimenticata perché a fine stagione arriva il primo riconoscimento importante della mia carriera; infatti, sono i miei stessi colleghi ad eleggermi Allenatore dell'anno, premio che sottolinea ancora di più l'importanza del lavoro svolto al Prato
Il premio è l'ultimo atto della stagione appena finita. Il Prato si è ben comportato, andando oltre le aspettative generali e adesso il compito si fa più difficile: non saremo più la sorpresa del campionato, ma probabilmente una squadra da cui molti si guarderanno. Per cercare di consolidare quanto di buono fatto finora, non mi resta che preparare fin da subito la prossima stagione, ma di questo parleremo nel prossimo post.
Tre vittorie importanti contro squadre quotate come Siena, Carpi e Virtus Entella, quest'ultima rivale diretta nella lotta alla promozione, ci consentono di mantenere saldamente la nostra posizione in zona playoff e danno rinnovato morale alla squadra. Purtroppo, anche se ancora non lo sappiamo, per il Prato si tratta di una sorta di canto del cigno.
Infatti, poco prima della partita con il Viareggio, si rompe Tiecoro Keita, il centrocampista sinistro che ha un ruolo fondamentale nel nostro gioco e che, grazie alla sua qualità, è stato spesso decisivo nelle nostre vittorie. L'infortunio, molto serio, terrà fuori il ragazzo fino alla fine della stagione e le sue ripercussioni sui risultati della squadra non tardano ad arrivare, cominciando proprio dalla sconfitta contro un non trascendentale Viareggio, per poi proseguire con quanto accade nel mese di marzo
Il nostro ruolino di marcia, quasi impeccabile nel girone di andata, è decisamente peggiorato, ma fortunatamente le nostre dirette rivali non sembrano approfittarne adeguatamente. Infatti, anche se non siamo più in grado di agguantare il Livorno al primo posto, continuiamo ad orbitare in zona playoff ed è per questo che a fine marzo, quando mancano ormai pochissime partite alla fine del campionato, decido di azzardare due acquisti "preventivi", il centrocampista destro Claudio Zappa e la punta Giuseppe Panico
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Claudio Zappa |
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Giuseppe Panico |
In realtà, so bene che avrei bisogno di un centrocampista sinistro che sostituisca Keita, ma non trovando giocatori all'altezza ad ingaggi sostenibili, opto per la soluzione interna (sperando in bene) e preferisco rinforzare quei reparti in cui eventuali ulteriori infortuni potrebbero compromettere definitivamente l'assetto della squadra.
Così, a fine marzo arrivano i già citati Claudio Zappa, giovane centrocampista destro di buone prospettive che farà da riserva a Fabio Meduri, e Giuseppe Panico, la quarta punta che mancava in rosa da inizio stagione, che, invece, dovrebbe soffiare il posto da titolare ad Andrea Gambardella.
Gli ingaggi pesano tanto sul bilancio del Prato, ma voglio ridurre i rischi nella corsa ai playoff. Tra l'altro, manovrando opportunamente i budget, riesco a non sforare il fondo ingaggi, aiutato anche dal fatto che, in fase di rinnovo di alcuni contratti in scadenza, sono riuscito ad abbassare le richieste e gli stipendi di diversi giocatori di seconda fascia.
Prese le dovute precauzioni, non ci resta che affrontare le ultime cinque partite di campionato, due delle quali sono assolutamente fondamentali per il nostro cammino, quelle contro Livorno e Perugia
Nello specifico, i due match vanno complessivamente bene, mentre a deludere sono i risultati contro Savona, Bellaria ed Ancona, questi ultimi in parte giustificati dal fatto che a Perugia ho perso per infortunio Fabio Meduri, l'alter ego di Keita sulla fascia destra.
Anche per lui stagione finita (starà fuori circa 4 mesi) e pronto impiego di Claudio Zappa che, per ovvi motivi, fa fatica ad inserirsi di punto in bianco nei meccanismi della squadra. A dire il vero anche Panico, da subito proposto come titolare, stenta un po' e non è all'altezza delle aspettative, tanto da spingermi a riproporre Gambardella nell'undici di partenza.
In ogni caso, pur non brillando, riusciamo a restare in zona playoff fino alla fine, come testimoniato dalla classifica finale
Anche se per un solo punto, ci giochiamo la possibilità di essere promossi in Serie B, punto che si rivela fondamentale per rientrare nel novero delle otto squadre che prenderanno parte ai quarti di finale ad eliminazione diretta
Il Grosseto, infatti, è stato escluso perché ha avuto il punteggio più basso tra le nove arrivate ai playoff, mentre noi dovremo affrontare il Gubbio ai quarti, Gubbio che sta attraversando un ottimo periodo di forma e che questa stagione in campionato ci ha sempre creato problemi. Noi, invece, siamo in piena fase involutiva e, anche se l'ambiente è su di giri per il risultato raggiunto, so già che sarà dura.
In ogni caso, comunque vadano le cose, essere arrivati ai playoff è già al di sopra delle aspettative della dirigenza che, poco prima della partita con il Gubbio, mi offre il rinnovo, prontamente accettato dal sottoscritto. Per la prima volta in carriera, mi troverò sulla stessa panchina per tre stagioni consecutive, segno che qualcosa di buono sto facendo.
Perciò, è con un pizzico di ottimismo, mitigato da forti dosi di consapevolezza, che affronto la partita con il Gubbio. Per l'occasione, decido di adottare un 4-5-1 (poco utilizzato in stagione) per cercare di infoltire il centrocampo e dare più copertura alla difesa, visto che i nostri avversari solitamente schierano un 4-2-3-1 che ha spesso creato problemi al mio abituale 4-4-2.
La partita non potrebbe cominciare meglio, visto che andiamo a segno su punizione dopo nemmeno 5 minuti dal calcio d'inizio ed io penso già che forse mi sono preoccupato troppo... sbagliandomi.
Subito dopo il gol, sono costretto a sostituire Gambardella con Panico per infortunio, mentre il Gubbio, dopo lo sbandamento iniziale, si sistema meglio in campo, tanto da riuscire a ribaltare il risultato già alla fine del primo tempo. La ripresa sarà tutta in salita, anche perché, in funzione del modulo, ho portato un solo attaccante in panchina e non posso cambiare sistema di gioco.
La situazione si aggrava ancora di più quando, subito dopo l'inizio del secondo tempo, si infortuna anche Panico e resto senza attaccanti di ruolo disponibili. Affronto il resto della partita cercando di limitare i danni nella speranza che accada un miracolo, ma così non è ed il nostro sogno promozione si spegne sul nascere
Non nascondo che provo una certa delusione, considerando anche la piega che ha preso la stagione da un certo punto in poi, ma è innegabile che, se a inizio campionato mi avessero chiesto di firmare per il terzo posto, l'avrei fatto ad occhi chiusi.
L'amarezza per l'eliminazione, però, viene subito dimenticata perché a fine stagione arriva il primo riconoscimento importante della mia carriera; infatti, sono i miei stessi colleghi ad eleggermi Allenatore dell'anno, premio che sottolinea ancora di più l'importanza del lavoro svolto al Prato
Il premio è l'ultimo atto della stagione appena finita. Il Prato si è ben comportato, andando oltre le aspettative generali e adesso il compito si fa più difficile: non saremo più la sorpresa del campionato, ma probabilmente una squadra da cui molti si guarderanno. Per cercare di consolidare quanto di buono fatto finora, non mi resta che preparare fin da subito la prossima stagione, ma di questo parleremo nel prossimo post.
Complimenti per la ottima stagione che ha superato le aspettative iniziali. Va bene così :-)
RispondiEliminaSì, direi che tutto sommato sono soddisfatto, anche perché ad un certo punto sembrava mancasse solo un'invasione di cavallette per completare il quadro. In ogni caso, mi sono divertito :-)
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